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sabato 30 giugno 2012

Triplo carpiato

Adesso viene il difficile.
Sì, è tutto molto bello, anzi così bello che alla fine devo  saltare il fosso, smettere di far finta di niente,di  allontanare il momento: affittare la mia casa a Torino.

Sarò ridicola, sentimentale, quello che volete: ma la mia casa è stata la mia ostrica per molti anni,una specie di prolungamento di me.

 E' stata la concretizzazione della mia "nuova vita - episodio 3", il raggiungimento di una nuova stabilità, una dichiarazione formale di indipendenza (ci sono state almeno un paio di altre vite precedenti, e tutto ciò senza mai essere morta).

domenica 17 giugno 2012

L'ombelico del mondo

Seduta sul minibalcone della minicasa,davanti ad un trionfale tramonto sul mare, mi concedo un accompagnamento musicale adeguato e rifletto sulla particolarità del posto in cui mi trovo.


A pochi metri da qui, al civico 167, abitava Isadora Duncan, ridotta sì in miseria, ma ancora gaudente: lungo questa strada andò a farsi il giretto che le fu fatale,sulla macchinona resa in prestito dal suo amante garagista e muscoloso (ufficialmente lei stava con un Mr.Singer,quelli delle macchine da cucire).



Rue de France era parte della RN7, la gloriosa strada che, fino all'inaugurazione dell'autostrada A7/A8 nei primi anni '50, portava i parigini in vacanza, dopo 900 km di sobbalzi e fermate ogni 250 chilometri circa, in succulenti bistrot . Si racconta che un belga, fermatosi presso un distributore per chiedere lumi sullo strano rumore che proveniva forse dal suo motore, si sia sentito rispondere "Mais non, mossieur...sono le cicale".
C'è un movimento di commercianti che richiede a gran voce di dare dignità a questa strada antica, voluta, come al solito,da un romano de Roma, certo Marcus Vipsanius Agrippa, esattamente come è stato fatto per la madre di tutte le routes
la 66.


Se guardo a sinistra dal minibalcone, intravedo la cupola del Negresco, costruito da un violinista tzigano, certo Monsieur Negrescu, rumeno avventuroso che francesizzò il suo cognome e creò un mito sul terreno di un convento abbandonato. Buffo karma....


Più in là, il Cap Ferrat, dove miliardi di artisti, da Matisse in giù, hanno passato qualche periodo di vacanza, fino al sentiero di Nietzsche, su per Eze village (che però non posso vedere di qua, è già troppo lontano). C'è un richiamo a questo paesaggio in "Così parlò Zarathustra".


A destra, il Cap d'Antibes, col suo faro e le sue ville strepitose, e appena prima Vallauris, bon refuge di un certo signor Picasso (c'è pure un museo contenente delle pitture su vaso realizzate dal buon Pablo,in vena di sperimentazione).


Se la luce che c'è qui ispira me, povera scribacchina dilettante, figuriamoci gli artisti veri...

venerdì 1 giugno 2012

plaisirs gourmands

Come non inaugurare una piccola sezione di ricettine indigene? I Galli hanno molti difetti, ma sanno cucinare,per Belenos!


Clafoutis chèvre-zucchine-pomodori


ingredienti per 4 persone       
200g di formaggio di capra fresco
1 piccola zucchina
12/15 pomodorini ciliegina
1 mazzetto di erba cipollina
3 uova
3 cucchiai di farina 
una grattatina abbondante di noce moscata
due pizzichi di cannella in polvere
burro per la teglia


 Circa un'oretta prima di mangiare: imburrate la teglia che conterrà la preparazione,scaldate il forno a circa 180°. Lavate i pomodorini, la zucchina e l'erba cipollina. Tagliate a metà i pomodori. Grattugiate a julienne la zucchina. Tagliate l'erba cipollina.
Dividete il formaggio di capra e  disponetelo irregolarmente nella teglia imburrata. Disponete sopra al formaggio i pomodorini con la parte carnosa verso l'alto. Spargete la julienne di zucchina,insaporite con l'erba cipollina.
In una terrina, battete le uova con la forchetta e incorporate la farina. Aggiungete la noce moscata,la cannella,salate e pepate.
Versate delicatamente il composto nel piatto.
Infornate e lasciate cuocere per circa 30 minuti: la parte liquida deve essere ben rappresa.
Lasciate intiepidire,gnam.