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mercoledì 23 febbraio 2011

Aria di primavera

Ooh che sole meraviglioso..Terapeutico,taumaturgico,dispensatore di buon umore.
Mi stiracchio ronfante nel quadrato di luce calda che filtra dalla finestra del retro della mia bottega.
E dire che la mattinata era partita maluccio... Stamattina, considerando il risultato del lavaggio del tessuto-non tessuto che durante l'inverno ha ricoperto l'edera del balcone (in lavatrice a 60°; temperatura che non uso mai, ma mi sembrava così lercio che ho pensato che l'acqua calda alla fine potesse essere risolutiva) ho constatato, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, che l'aria di città fa veramente schifo, molto più di quello che segnalano le centraline dell'Arpa: il tessuto è rimasto nero come prima.
Per sincerarmi di non aver sognato di averlo messo in lavatrice,l'ho annusato: d'altronde il meraviglioso profumo di olii essenziali del detersivo naturale che adopero testimoniava per l'avvenuta operazione.
Non voglio neanche pensare come possano essere ridotti i miei polmoni. Avevo avuto un barlume del peggioramento esponenziale della qualità dell'aria ritornando a casa dalle vacanze estive, passate sulle Alpi francesi: dopo pochissimi giorni di permanenza in città, la rampa di scale della metro che dal sotterraneo porta in superficie era diventata una impresa impossibile da affrontare senza un fiatone da fumatore cronico.
Roba da fare apprezzare la montagna persino a me, che non sono una grande fan delle dentate e scintillanti vette.
Mentre faccio tutto questo ragionamento, un baccano terrificante proveniente dalla strada mette le zampe in spalla a Francine che, con balzo giustamente felino e coda irta, si posiziona nell'angolo più nascosto della camera da letto.

Che diavolo sta succedendo?
Semplicemente, stanno riasfaltando il corso, che effettivamente, dopo l'inverno, ne ha un gran bisogno.
Io però, tra la puzza, il rumore, i clacson del traffico istantaneamente impazzito, pensavo più alla discesa dell'Armageddon.
O care,dolci, fresche acque,ma dove siete? Quasi quasi mi vado a comprare dei tappi per le orecchie mentre incomincio a meditare seriamente un trasloco immediato.

martedì 22 febbraio 2011

Quarta dimensione

Avete un gatto? Allora sapete già di cosa sto parlando.
Se non ce l'avete, allora abbandonate tutte le vostre conoscenze di fisica di base.
Innanzitutto, non è vero che un corpo non può passare da una porta chiusa, che esiste un solo piano di realtà e che le dimensioni sono tre. Assolutamente. Voi non sperimenterete mai personalmente queste affermazioni, ma il vostro gatto sì.
Per esempio, Mozart, gattone di 13 anni e 8 chiletti, così come Francine, gattina nera chiacchierona di 4 anni, spesso scompaiono.
Spariscono,si liquefanno, si smaterializzano.
Delimitiamo le possibilità. Noi viviamo in un appartamento in quasi centro città, al secondo piano.
La casa è stata scelta per il balcone piuttosto lungo che accompagna praticamente tutto l'appartamento, ma è totalmente privo di vie di fuga.
Quindi, non ci sono appigli, sporgenze, lampioni strategici, niente del genere.
In più, in questi 13 anni di coabitazione sono diventata bravissima nel placcaggio entrando in casa, anche se con 4 borse della spesa,ombrello,chiavi della macchina in bocca eccetera.
Sono diventata brava perchè Mozart, nei suoi begli anni, fulmineamente fuggiva appena aprivo la porta – ebbene sì,anche i gatti vi sentono arrivare come i cani, e vi aspettano dietro la porta.
Allora abitavamo in un'altra casa dove,nonostante il portoncino d'ingresso fosse di quelli divisi in due battenti, e quindi piuttosto stretto, il felino letteralmente si scioglieva sotto i miei piedi (1a proprietà transitiva dei felini) e scompariva (2a proprietà transitiva).
Si rimaterializzava come lo Stregatto: quando andava su era meglio, perchè eravamo all'ultimo piano e lì sopra c'era solo il piano delle soffitte, chiuso per fortuna. La maggior parte delle volte però scendeva e dal momento che non c'era ascensore dovevo in pratica autotrasportarmi al pianterreno per prevenire eventuali corse verso il portone d'ingresso, che normalmente era chiuso, ma hai visto mai che potesse essere aperto.
Io però non vedevo se saliva o scendeva, quindi andavo prima su e poi -
di norma - scendevo giù- pant.
Meno male che ero giovane e magra....
Grazie a Dio M. è sempre stato un fifone e quindi, dopo pochissimo, iniziava a piangere, permettendomi di localizzarlo e acchiapparlo per portarlo a casa.
Qui invece, anche se qualche volta mi è sfuggito, per lo meno c'è l'ascensore che mi permette di recuperarlo all'ottavo piano- in questo condominio M.sale.
Forse per l'età, M.ora si sistema nella posizione della sfinge e resta lì per ore praticamente senza respirare,con gli occhi socchiusi; so che è vivo perchè muove leggermente le orecchie se sente un rumore.
Se lo fa nella quarta dimensione, e quindi non lo vedo, è capace che si fa cercare anche per ore.
Francine invece, scompare. La cerchi nelle stanze, la chiami, cominci ad aprire gli armadi, i cassetti, poi la porta del frigo, l'oblò della lavatrice, lo stipetto del contatore, le ribaltine della scarpiera e molti altri posti abbastanza improbabili. Passano molti molti minuti, e,come ultima spiaggia, dopo avere ispezionato dall'alto tutta la strada sottostante, pensando che sia saltata giù (sono una decina di metri,ma …) nel pieno dell'angoscia mi preparo ad uscire per andare alla ricerca; in quel momento lei mollemente appare dal nulla con l'aria di Brigitte Bardot, chiedendomi con uno stupito “Marù?” quale sia il motivo di tanto trambusto.


Quando fanno così, o quando incominciano a seguire con lo sguardo un invisibilissimo qualcosa, io mi convinco dell'esistenza di mondi paralleli.
La sensazione che il mondo per come noi bipedi lo percepiamo sia oltremodo piatto e noioso si fa consistente...

martedì 15 febbraio 2011

Lui ama le donne

Pure io. Soprattutto quelle che ho visto domenica 13.2. sfilare tranquillamente, insieme ad altrettanti maschietti. Amo le nonne, tantissime, compresa la mamma di una mia cara amica, che in teoria, con quello che ha passato da poco in tema di salute, avrebbe potuto starsene a casa al caldino.  I bambini: si divertivano come dei pazzi, ma senza fare caciara, quasi avessero compreso pienamente l'importanza di dimostrare la bellezza
dell'essere normali.
E poi, le donne in fascia 20/40: molte belle, colorate, alternative, alcune allegramente rétro con le loro canzoni femministe; tante signore-bene col piumino da 1000euro (per la tranquillità di MaryStar), in tutta tranquillità mescolate a cappotti un po' agés, eskimo, giacconi normalissimi e per nulla griffati - si sa, da noi fa ancora abbastanza fresco.

Io di solito non sono una grande manifestante, ma la mia compagna di banco del liceo mi ha invitata e io, più per il piacere di vedere lei, ho accettato
Per fortuna!! E' stato un pomeriggio bellissimo. Innanzitutto, mi sono divertita come una quindicenne a tirare gomitoli colorati e a restarne allegramente avviluppata. Poi, non c'era un manifesto,un simbolo,uno striscione, a meno che non fosse stato confezionato in casa : una vera dimostrazione di piazza spontanea, praticamente senza guida, e poi, quanta gente! Migliaia di persone, altro che duecento, altro che fango, altro che slogan: la volontà popolare manifestata in maniera così palese che sarà impossibile negarla ancora e nemmeno un grido stonato, una piccolissima provocazione, un cretino vestito di nero.
Mi è piaciuto esserci, non perchè debba dimostrare di essere perbene o permale: ma per sottolineare e ribadire che il rispetto non è un optional ma il fondamento dell'educazione che a me,donna fortunata, hanno dato la mia mamma e il mio papà. A giudicare dal numero di coloro che hanno voluto
partecipare insieme alle loro famiglie, ci sono molti altri bambini fortunati.

Solo, non vanno fatti passare per dei cretini, o peggio, dei perdenti.

mercoledì 9 febbraio 2011

Ha da accendere?

Di solito non discuto di politica, perchè ritengo di non essere sufficientemente ferrata in materia.
Oggi però, un amico, tramite Facebook, ha espresso un suo pensiero garbato circa l'opportunità del manifestare in piazza delle donne, in relazione ai fatti di cosiddetta attualità, Ruby e compagnia cantante. Io ho ribattuto con (spero) altrettanto garbo, e naturalmente si è creata una discussione animata sui chi, come e perchè.
Tra i molti interventi condivisibili e non, uno è stato, per me, illuminante.
Cito,copio e incollo: “sempre per non essere ipocriti a chi non piace la f**a ? “ e “...In un paese civile normale, si indaga eventualmente si fa un regolare processo e poi al limite a pena accertata si tirano fuori le prove. “(?) e ancora “Mai visto neanche una donna in piazza per protestare contro le chiappe esposte delle veline di Striscia o dalle varie pubblicità”.

Hm. Mi sfugge più di qualcosa. Sintetizzando al massimo, direi che a) Il Medioevo è qui. b) La cultura, e non solo quella di procedura penale, spesso e volentieri latita. c) Noi donne, pur con i nostri pregi e difetti, pur sbagliando e riprovando, saremo sempre madonne o puttane, con buona pace di tutti i nostri sforzi per dimostrare il contrario. d) Noi donne siamo le nostri migliori amiche, ma spesso, mannaggia, anche le nostre peggiori nemiche, e basta aprire un giornale per capirlo.
e) Senza generalizzare, più di uomo è rimasto ancora nella grotta con la clava vestito di pelli.
In una società volutamente mantenuta ignorante, come faremo ad evitare il rogo?
Pazienza, ben felice di salirci con entrambi i gatti e porgendo il cerino, se questo può rendermi diversa - so di essere in ottima compagnia.


venerdì 4 febbraio 2011

Buco nero

Piazza della Repubblica, esterno notte. La piazza è deserta. Un freddo giovedì sera d'inverno,non presto,non tardi.
Esco dalla casa della mia amica dopo una serata di babysitting al piccolissimo, dolce,tenero e rotondo Gugo. Sono ancora piena di quella tenerezza,dei profumi di latte e borotalco, di una serata tranquilla passata a vegliare sul sonno profondo e intensamente concentrato di un bambino di sei mesi.
Un'auto ferma in mezzo alla strada, alcune persone ferme nel freddo, un signore in maniche corte che sembra correre un assurdo footing notturno.
E lì,davanti alla macchina, una piccola macchia scura, forse un mucchio di stracci, un gomitolone di lana.
Mi avvicino, e la realtà percepita ma non ancora processata dalla razionalità mi fa mettere a fuoco una pozza di liquido scuro, denso come olio, scintillante come acqua.
Ancora non capisco,ed è il gesto immensamente tenero del signore in maniche corte che mi strizza il cuore e mi butta fuori dalla carrozzina calda del Gugo.
Nella luce del lampione, in braccio al falso corridore notturno,inerte,immobile, sta un piccolo yorkshire peloso, completamente abbandonato nell'immobilità, totalmente fiducioso in quell'abbraccio che molto probabilmente non lo scalda più.
Il suo giovane padrone,i pugni alla testa, cammina a lato del gentile signore che porta quel fagottino, incapace di avvicinarsi o di togliere le mani dalla faccia. La padroncina urla senza voce più in là.
Ok, è "solo" un cane. Ma in quei due minuti in cui percorro la distanza tra il portone di casa e la mia auto, nel tempo di un'occhiata mentre apro la portiera, sento tutta l'immobilità, lo strazio e l'indredulità di una piccola vita finita in un lampo, di un'amicizia spezzata, di un inaspettato momento fatale cominciato poco fa mettendo il guinzaglio per andare a fare la pipì.
Un piccolo straccetto inerte in mezzo alla strada: ecco cos'è veramente la morte.
Corro a casa dai miei mici.

mercoledì 2 febbraio 2011

Jungla d'asfalto

Un pensiero affettuoso a quella persona che venerdì notte ha staccato di netto il  tergicristallo sinistro della mia sontuosa Seicento, parcheggiata per strada sotto casa. Avrà pensato "massì, questo(a) qua che parcheggia fuori quest'auto di lusso sarà uno(a) snob che non vuole utilzzare il suo garage di 300mq palchettato in wengè, cosa vuoi che se ne faccia di ben due tergicristalli? Serve più a me per grattarmi la schiena".
Io lo capisco. L'invidia è una brutta bestia. E' la stessa invidia che ha portato un povero writer ad usare il fianco della suddetta auto di lusso per provare l'efficacia della punta delle sue chiavi su una superficie verniciata dura. Si sarà detto: questo(a) avrà sicuramente a sua totale disposizione un muro bianco di venti metri per dodici per potere esprimere il suo ben poco talento,e senza correre rischi !